Piccola storia di Cerreto nelle piastrelle
1. stemma dei sanframondo nel 1151 cerreto era possedimento del normanno raone che prese il casato da vito fremondo. poco dopo il figlio guglielmo divenne signore di tutta la valle usando per primo il casato dei sanframondo (guillelmus de sancto fraymondo). il potere della potente casa dei sanframondo, annoverata tra le più nobili e potenti del regno di napoli, terminò nel 1483. (borrelli, vindex neapolitanae nobilitatis, neapolis 1653, p. 124.
nel 1483 re ferdinando vendette in perpetuo a diomede carafa la terra di cerreto ed i suoi casali (san lorenzello e civitella) per 9000 ducati, dopo che nel 1480 alfonso re di napoli aveva dichiarato città cerreto (asn, archivio carafa di maddaloni) "...residenza dei vescovi da più secoli, capo della contea, illustre per la nobiltà dei cittadini possessori dei feudi, dovizioso per le ricchezze, ameno per l'aria, fertile per li terreni. riguardevole per la magnificenza delle chiese e conventi, ornato di case palaziali..." (mons. guarino, 1745, memoria istorica dell'origine della città di cerreto). marzio carafa, settimo duca di maddaloni e decimo conte di cerreto, il figlio carlo ed il fratello marino, impedirono che cerreto venisse ricostruita disordinatamente "trascelto dunque il luogo...i cittadini cominciarono lunghesso la via onde allor di cerreto si andava a napoli a fabbricar lor palagi e case. e poichè ne erano alcune tratte alquanto distorte, altre erte anzichè inclinate, tale ne venne ancor la piazza, cui si diede il nome di seliciata vecchia o via telesina. saputolo intanto il conte...disdisse a' cittadini la continuazione del fabbricamento ed ingiunse ad un suo valente architetto (g.b.manni?) muovere a questa volta con la prestezza che per lui si poteva maggiore per farne la disegnatura..." progetto che, nella consapevolezza della bontà delle scelte compiute, fu portato avanti nonostante il parere contrario dei cittadini "per la quale risoluzione fu necessario astringerli anche colle carceri" (ms.rotondi) giambattista de bellis, di rodi, fu vescovo di cerreto negli anni a cavallo del terremoto (1684-1693). aiutato da papa alessandro VIII, da marino carafa e da agiate persone locali iniziò la costruzione del palazzo vescovile e del duomo. |
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