Profilo storico del paese
Da Luca Iuliani, Guardia Sanframondi. Un paese, Edizione Studio Dodici Guardia S. 1989. (rivisitato)

1. Inquadramento territoriale.
Guardia Sanframondi, centro della valle telesina con una popolazione di circa 6000 abitanti, situato a 428 metri sul livello del mare, è caratterizzato da un clima collinare particolarmente salubre ed asciutto e dai suggestivi panorami con bellezze naturali di assoluto rilievo. Oggi la notorietà di questo centro del Sannio è dovuta, tra l’altro, al recupero del patrimonio artistico: dal 1975, a tutt’oggi, bisogna annoverare la ristrutturazione del Santuario dell’Assunta, e quelle del Castello medievale - roccaforte imponente che domina l’intero centro abitato e l’intera vallata sottostante - e dell’ex Palazzo Nonno, un immobile acquisito alle proprietà comunali e destinato a sede di Biblioteca-Archivio e a Sala di esposizione. La vocazione culturale di Guardia si è consolidata a partire dalla metà degli anni settanta quando, con la nascita della Pro Loco e del mensile “Il Tratturo”, si e definito un progetto complessivo teso a valorizzare l’ambiente e le tradizioni popolari del paese. Da allora si è dato il via alla revisione della onomastica stradale riprendendo toponimi antichi ma pur vivi nella tradizione orale popolare, si è parlato di rivitalizzazione del Centro Storico, si è dato vita ad un Museo di Arte Sacra (quel Museo degli Argenti ... visitato dai ladri, e non più esistente.. .), si sono concretizzate tantissime iniziative che hanno portato Guardia al centro di attenzioni e interessi molteplici. Tutte queste attività culturali (ma non solamente, anche economiche), hanno fatto sì che questo paese rappresentasse l’intera provincia beneventana alla manifestazione celebrativa del quarantesimo anniversario della Repubblica “100 Comuni della Piccola Grande Italia”, svoltasi a Roma nel complesso monumentale di S. Michele a Ripa, nel febbraio del 1987.

2.Origine del paese
Adagiato sulle falde sud-orientali del massiccio del Matese (richiamo turistico invernale con i campi sciistici di Bocca della Selva), Guardia Sanframondi nel corso della sua storia plurimillenaria è stata partecipe di tanti avvenimenti luttuosi e lieti per la sua popolazione. Nei secoli passati diversi sono stati i protagonisti e i dominatori: alle genti osche e sannitiche subentrarono Romani, Cartaginesi, Longobardi, Saraceni c quindi Normanni, Svevi, Aragonesi e Spagnoli.
In realtà questo circondano risulta abitato sin da epoca preistorica, come testimoniano importanti ritrovamenti archeologici. Due amigdale o mandorle di Chelles (una si conserva nel Museo della Società Antropologica di Parigi), fibule, utensili e manufatti litici e bronzei, un dolmen, palafitte e frammenti di ossa umane ed animali parlano di una presenza costante dell’uomo primitivo fin dall’età paleolitica.
In epoca storica il territorio fu teatro spesso di lunghe e sanguinose guerre ed infine sottomesso definitivamente ai Romani. A questa età risalirebbe, secondo il P. Adolfo Di Blasio, studioso locale, il paese, identificato nella città sannitica di FULFULAE, citata dallo stesso Tito Livìo. Con maggiore veridicità storica però la nascita della cittadina va collocata intorno all’VIII o IX secolo, in piena età longobarda, sulla scorta dì una documentazione scritta dell’856 d.C. in cui è chiaramente identificato tal Bicu de Fremundi, da cui sarebbe derivato l’attuale Sanframondi. (Illa Majonis ibidem extat nu. 400 in hunc modum. In Nomine Domini tertio anno Principatus domini nostri. Mense januario quarta indictione. Ideoque ego Majo filius quondam Theosperti qui sum abitator Bicu de Fremundi propiquo ecclesiae S. Mariae quae nominatur de Graofora, dum me rejacere in lectulo…Il documento è datato gennaio 856 ed è riportato dal Gattola nella sua Historia Cassinensis).
Il termine GUARDIA vuole alludere ad una precisa funzione di custodia e difesa del luogo favorita dalla sua posizione strategica e sembra trovare riscontro nel termine del linguaggio francone wardu che significherebbe guardia o vedetta, parimenti potrebbe derivare da wald, luogo boscoso riservato alla caccia del principe.
Un’altra ipotesi assegna a questo Comune la origine in piena età normanna (sec. XI) e ne fa ereditare il nome, Sanfrarnondi appunto, dalla famiglia che lo dominò.
Di tale epoca sembra essere il Castello, una vera roccaforte sorta su uno smisurato sperone roccioso (alto circa 30 metri), intorno al quale, successivamente e gradualmente, i cittadini edificarono le loro abitazioni estendendo e sviluppando il paese fino a raggiungere, verso la metà del XV secolo, le dimensioni del Centro Storico attuale.

3, Storia del paese
Dopo l’età longobarda dunque Guardia divenne possedimento della famiglia normanna dei Sanframondo. I componenti di questa famiglia feudale la ressero tra alterne vicende dal 1088 circa al 1460, spesso ricoprendo importanti cariche pubbliche e politiche del Regno partenopeo come durante l’epoca di Federico Il di Svevia e sotto gli Angioini. Successivamente il paese. insignito del titolo di Principato da Ferdinando I d’Aragona, Re di Napoli, passò sotto il dominio della potente e nobile famiglia dei Carafa di Maddaloni che lo dominò fino al 1806. anno in cui fu proclamata dai francesi l’abolizione della feudalità.
Colpito da diversi terremoti quali quello del 5 dicembre 1456, con enormi danni e numerosissime vittime, e quello ancora più disastroso del 5 giugno 1688, che lo ridusse ad un cumulo di macerie, il paese è stato ricostruito nello stesso luogo unicamente per la tenacia e la volontà dei suoi abitanti. Questi, con la loro industriosità, seppero risollevare le sorti economiche dell’intera comunità anche dopo altri eventi assai luttuosi (epidemia di peste nera nel 1656, carestia nel 1763/64). Sede vescovile alla fine del XVI secolo, acquistò grande notorietà in Italia ed anche all’estero negli anni in cui vi si affermò una fiorente attività commerciale legata all’industria della concia delle pelli (XVI - XVIII sec.), tanto da essere conosciuto meglio col nome di Guardia delle Sòle. La presenza di una numerosa comunità di ebrei nell’attività commerciale dei conciatori di pelli impose spesso anche il nome di Guardia dei Pagani. Da tempo immemorabile vi è stata la concia di suole e coiami, per la quale (Guardia) si rese sempre famosa, e commoda anzi ricca; e pochi anni addietro sì fiorita la viddi, che non invidiava Terra o Città della stessa Arte. La cittadinanza migliore è stata ed è composta di Mercanti della medesim‘arte, essi passano ordinariamente a privilegiati, e questi à quelli, in molte città, e Terre del Regno han proprie case, e traficano co’ negozianti Bosnesi, Ragusei, Livornesi, Inglesi, e sin di Barberia, e di Alessandria (d’Egitto), donde vengono cuoi indiani di sterminate grandezze (manoscritto Don Domenico Pingue 1652 - 1727). E dal manoscritto della famiglia Guidi conosciamo anche che essa famiglia apri in Foggia, agli inizi del 500, un fondaco di coiame, coiarne che dall‘Albania e dalla Dalmazia veniva sbarcato a Manfredonia per essere manifatturato e venduto sotto forma di suole. L’industria dei cuoi fece assurgere il centro ad una ricchezza non riscontrabile in nessun altro paese della zona e sono proprio di questi anni le realizzazioni dei numerosi templi sacri esistenti nonché le innumerevoli opere d’arte che oggi costituiscono pregio e vanto.Con la fine di questo periodo i guardiesi. han dovuto ricercare un’alternativa valida per il loro benessere.
Dopo un notevole sviluppo della coltura del grano (scomparsa del tutto dopo l’ultimo conflitto mondiale: infatti il popolo ricorda come all’epoca si coltivavano anche gli agri montani, oggi del tutto abbandonati e incolti) si è passati oggi al predominio della coltura della vite e dell’olivo. Cosi scriveva nel 1907 il Meomartini: Indubbiamente Guardia Sanframondi possiede un territorio ubertoso, ben coltivato, che dà rendita proficua al proprietario e all’agricoltore, ed esporta in molti e lontani punti della provincia le sue uve, i fichi, gli olii. il vino. L’agro intero, che supera di poco i seimila moggi, è ricco di molti abituri rurali, di parecchie casine di campagna. Anche la viabilità vi è molto in sviluppo.
Nel 1861 Guardia fu annessa alla nuova provincia di Benevento, mentre prima aveva sempre fatto parte di Terra di Lavoro. Presso il locale Archivio municipale si trova un atto del Consiglio comunale in cui esplicitamente si chiede alle autorità, la revoca del provvedimento governativo, poggiando la protesta sul fatto che da sempre Guardia era stata con Terra di Lavoro e poi il commercio si aveva soprattutto con i mercanti di Maddaloni e Caserta, e mai con Benevento (ancor oggi i commercianti ortofrutticoli si riforniscono ai mercati generali di Maddaloni). Il reclamo fu però respinto e Guardia è rimasto comune della provincia di Benevento.
Oggi, con tutto il bagaglio culturale della sua storia passata e di quella presente, il paese si presenta abbastanza avanzato soprattutto se raffrontato ai Comuni limitrofi. Guardia è centro di mercato per i paesi circonvicini, soprattutto San Lorenzo Maggiore e San Lupo, e importanti restano (ed erano) le sue fiere (che non avevano i paesi suddetti). Citiamo ad esempio l’elenco del Musacchio: Guardia Sanfratnondi: Fiere: 26 maggio (San Filippo); 2 luglio (San Sebastiano); terza domenica di ottobre(San Pascasio); terza domenica di Settembre (Sant’Antonio). Mercati: ogni lunedi.
Grande importanza ha la Cantina Sociale La Guardiense - una delle più importanti e attrezzate della Campania - che, senza alcun dubbio, ha risollevato le sorti della economia locale ed ha contribuito anche ad un miglioramento del tenore di vita della popolazione. Fondata l’8 Marzo 1960 - contava appena 33 soci - essa cominciò l’ìncameramento e la lavorazione dell’uva solo nel 1963. Appena dieci anni dopo già i soci avevano raggiunto il numero di 850, ed oggi sono circa 1300. Il beneficio maggiore subito notato fu quello della eliminazione dei mediatori, oltre la loro tangente, determina-vano il prezzo e il peso del prodotto e non sempre a favore degli agricoltori. La Cantina, oltre ad assicurare l’incameramento del prodotto, che per il passato, e non molto remoto, rimaneva anche per una settimana ammonticchiato in attesa di un compratore - con gli inconvenienti che bisognava guardarla giorno e notte e più il tempo passava più ne diminuiva il peso, la qualità e anche l’offerta del compratore - ha anche contribuito ad una maggiore industrializzazione sia nel modo di conduzione delle aree coltivate, con una specializzazione tecnica più efficiente e più redditizia, sia in una sistemazione ancora più logistica delle piantagioni.Oggi in ogni famiglia di agricoltori si possono trovare tutte le diverse macchine agricole del settore esistenti sul mercato. Questo a beneficio del proprio lavoro e di una migliore riuscita delle singole aziende agricole. La motorizzazione agricola - soprattutto nel campo dei piccoli mezzi di trasporto (ape) - è cosi alta che Guardia figura ai primissimi posti in tutta la provincia beneventana. L’impianto di un nuovo vigneto viene quindi fatto a tendone e non più a riquadri larghi, appunto per la necessità di adattare la coltivazione alle esigenze dei motori agricoli, derivandone da tutto ciò un miglioramento della qualità e della quantità dell’uva.
Per molti anni la Cantina ha continuato la lavorazione e l’imbottigliamento del prodotto, mirando sempre al miglioramento, ma solo nel giugno del 1975 si è ottenuto il decreto legislativo di Denominazione dì Origine Controllata di un vino della Guardiense, il “Solopaca”. Oggi la produzione è molto diversifìcata e si contano, oltre ai classici “Solopaca” Bianco e Rosso, diversi tipi di GUARDIOLO, nonché due vini frizzantini (SANTALUCIA, bianco, e SANTANGELO, rosso) e due spumanti FREMONDO, il brut e il demisec. La qualità di tutti i suoi prodotti ha conquistato molti mercati nazionali ed esteri.