CHIESA DELL'ASSUNTA

La Chiesa matrice di S. M. Assunta, localizzata al di fuori della porta urbica medievale di Santo, è il risultato di numerosi interventi di epoche diverse, anche se la sua fondazione risale al XIV secolo e lo stile dominante nelle decorazioni e nelle membrature architettoniche è barocco. L'interno è diviso in tre navate, con quattro archi laterali, separati da cinque colonne di pietra. Due cappelle, dedicate al SS. Sacramento e a San Filippo si trovano ai lati dell'abside, dove, dietro l'altare maggiore, si custodisce la teca con la Statua della Madonna e si trova un maestoso trono. La navata centrale e il transetto hanno il soffitto di legno a lacunari con dorature, intagli colori ad olio. Nella navata di sinistra si trovano le cappelle, coperte da volte, di San Vincenzo de Paoli, dell'Addolorata, di Sant'Anna, dell'Immacolata, di Santa Lucia e di Santa Apollonia. Nella navata di destra si trovano la cappella del Sacro Cuore, la cappella della Madonna di Pompei e quella di San Giuseppe. Nel 1627 alla dedica originaria della chiesa fu aggiunta quella a San Filippo Neri. Alla Chiesa dell'Assunta e di San Filippo Neri sono legati i riti in onore della Vergine, che si ripetono con cadenza settennale e che sono noti per i particolari festeggiamenti e per le processioni di flagellanti e battenti. Penitenti incappucciati in saio bianco si battono il petto o si percuotono le spalle fino a sanguinare: le manifestazioni durano una settimana e prevedono lunghe processioni in costume, organizzate dai singoli quartieri della cittadina, con quadri viventi dedicati alle storie del Vecchio e Nuovo Testamento, a vicende contemporanee della chiesa cattolica ed alle virtù teologali. Queste rappresentazioni terminano con i riti di espiazione dei battenti. E' molto difficile penetrare il mistero di questi riti così cari ai Guardiensi: la simbologia del sangue versato per la purificazione e la remissione dei peccati non può che trovare parziali spiegazioni e interpretazioni storico-antropologiche o leggendarie. Anche la fascinazione di questi riti non è facilmente spiegabile, né riducibile a soli aspetti emozionali. E', probabilmente, l'intensa partecipazione popolare e la religiosità dei partecipanti a colpire profondamente l'immaginario collettivo e la coscienza del singolo. I riti settennali in onore dell'Assunta sono, infatti, per i Guardiensi una manifestazione collettiva di fede. La loro origine è antichissima e le prime testimonianze documentarie sembrano risalire al XIII secolo quando a Guardia fu costruita una cappella della congrega del Gonfalone o dei Battenti che scelsero come protettrice la Madonna della Grotta. I componenti di questa congrega, attualmente estinta, tutti i venerdì, guidati da un chierico, che portava un gonfalone con dipinti i simboli della passione, attraversavano le vie del paese con disciplina, cantando inni di penitenza. Quando la cappella diventò chiesa arcipretale prese il nome di S. Maria Assunta. Nel dicembre 1955 il tempio divenne Santuario Mariano. La scadenza settennale della festa dell'Assunta e la sua durata canonica di una settimana furono istituzionalizzati nella prima metà del '900. In passato le processioni e i festeggiamenti per l'Assunta erano organizzati solo in casi di calamità naturali e, in particolare, per invocare la pioggia durante le siccità prolungate che minacciavano i raccolti. In un manoscritto inedito citato da Luca Iuliani, appassionato studioso dei Riti Settennali, si legge: "(Guardia) non fa festa e non la porta in processione (la statua dell'Assunta) solitamente alcun anno, ma l'onora, la venera, la prega, la estrae da quella chiesa con culto e riti speciali solo in caso di calamità". I Riti, oggi settennali, cominciano il lunedì successivo al 15 agosto, le processioni durano una settimana e i preparativi possono durare anche due mesi. Guardia è divisa in quattro rioni, Croce, Portella, Fontanella e Piazza, che partecipano alle celebrazioni secondo le seguenti procedure: ogni rione entra a far parte, con una sua rappresentanza, al Comitato dei Riti, convocato dal sindaco del comune, a cui partecipano anche il preposto dei Padri Filippini e il curato della chiesa parrocchiale. Ogni rione organizza in segreto le proprie processioni che si dividono in processioni di penitenza e processioni di comunione. Gruppi di fedeli rappresentano i Misteri, scene in cui si esalta il momento più significativo della vita di un santo o si ricostruisce un episodio della Bibbia. Il Mistero si svolge in assoluto silenzio e gli attori si muovono lungo le strade cittadine con la loro gestualità bloccata. Nelle processioni di Penitenza ogni fedele porta una corona di spine sul capo e una fune incrociata sul petto. Nelle processioni di Comunione i fedeli assistono alla Messa celebrata nel Santuario e ricevono la comunione. La Processione del Sabato, che muove dal Santuario, segnalata da una croce nuda, riunisce le Associazioni Cattoliche e il Clero. I rappresentanti del clero indossano, come gli altri flagellanti, una corona di spine e la fune incrociata sul petto. Nel Santuario si procede all'apertura della "Lastra" che chiude la nicchia in cui è custodita la Statua dell'Assunta, cerimonia solenne in cui il popolo intona il canto "S'è sposta Maria", mentre i cori rionali intonano i loro canti tradizionali. La statua lignea dell'Assunta venerata a Guardia ha evidenti caratteri romanico-bizantini. Molti studiosi la datano all'XI secolo, mentre per altri risalirebbe agli inizi del XIV secolo. La scultura, alta 91 cm, poggiata su una base lignea, sembra sorreggere sul lato sinistro il Bambino Gesù, un prezioso mantello e la veste seicentesca di seta trapuntata in oro ricoprono la statua policroma che in realtà rappresenta una figura femminile seduta su un trono con il Bambino in piedi sulle ginocchia. I fedeli raccontano diverse versioni degli eventi prodigiosi che avrebbero portato la statua a Guardia. In generale si concorda sul fatto che la statua, ritrovata in luoghi diversi della Valle Telesina, avrebbe indicato come suo luogo di elezione Guardia Sanframondi, rendendosi leggera o pesantissima in relazione alle località verso cui sarebbe stata trasportata. Per Umberto de Blasio il culto dell'Assunta a Guardia risale al 1134, anno della prima distruzione di Limata, che confinava con il territorio guardiense, ad opera di Re Ruggiero di Sicilia. Particolarmente documentata è l'ipotesi di Abele De Blasio, storico di Guardia che, nel saggio: "Guardia Sanframondi - notizie storiche" del 1961, scrive: "Non ci pare azzardata l'ipotesi che la statua di S.M. Assunta, oggi venerata in Guardia, ci sia pervenuta da una delle tante grotte che fanno parte del Taburno - o Montagna della Grotta, come da noi tale monte è chiamato - grotte di cui alcune, per il passato, furono trasformate in cappelle. Però oggi non possiamo più ammettere che la statua sia stata traslata dalla famosa Badia della Grotta che trovavasi sullo stesso Monte Taburno, inquantochè ci fu un periodo di tempo in cui, mentre la statua di S.M. Assunta si venerava in Guardia, l'Abadia di S.M. della Grotta era nel suo pieno splendore ed efficienza. Evidentemente ci fu un momento in cui i devoti, che si davano convegno in qualcuna di quelle grotte per assistere ai divini ufficii ed alle spirituali esercitazioni, si avvidero che l'immagine della Madonna da essi venerata correva pericolo ed allora la trasportarono con grande slancio di fede a Guardia, dove, in caso di pericolo, avrebbe trovato sicuro asilo nel castello." La processione generale domenicale coinvolge tutti i rioni e i Battenti si allineano dietro San Girolamo penitente. Il corteo attraversa il Centro Storico e giunge in piazza Castello da una delle antiche porte del paese, Porta di Santo, quindi si dirige nella parte nuova di Guardia e quando lo stendardo del rione Croce arriva in zona Campopiano la statua dell'Assunta esce dal Santuario, mentre un colpo di mortaretto sparato dal Castello sottolinea la solennità del momento e tutti quelli che partecipano alla processione si inginocchiano e si fanno il segno della croce. Abele De Blasio descrive puntualmente i Battenti guardiensi: "…certamente non sono degli eretici, partecipano tuttora alla processione dell'Assunta, spinti soltanto dalla loro profonda fede religiosa…I Battenti indossano, come i disciplinanti, un camice bianco di grossolana tela, aperto sul dorso e con cordiglio alla cintola; per non essere identificati hanno un cappuccio biforcato che nasconde il viso. Dietro ordine del loro dirigente passano la parte posteriore del camice in avanti, mettendo così a nudo il petto. Con la spugna così chiamano un pezzo di sughero dal quale emergono le punte di trentatre spilli - numero che ricorda gli anni che Cristo passò sulla terra- cominciano a punzecchiarsi la parte superiore e laterale sinistra del petto, perché la spugna, che si fissa alla mano per mezzo di una striscetta di cuoio, si mantiene con più facilità con la destra. Con la mano sinistra impugnano un Crocifisso…Durante la processione delle mani pietose passano a quegli insanguinati, per sotto il cappuccio, un viatico ristorativo consistente in biscotti, cioccolato e vini generosi. Altre persone, di tanto in tanto, versano sulle spugne dell'aceto…I Battenti, al rientro della processione, prima di giungere alla chiesa, snodano per altre vie essendo convinti che le autorità potrebbero adottare contro di essi misure di rigore…nel 1828 e nel 1837 molti Battenti furono arrestati e, sotto buona scorta, inviati al carcere di Piedimonte d'Alife. Nell'agosto 1933 il Questore di Benevento, due giorni prima della Sacra Funzione, fece di notte fermare ed internare nel carcere di Benevento, alquanti fedeli che avevano preso parte come battenti, alla processione precedente". Quando i Battenti si disperdono nelle strette e belle stradine del centro storico di Guardia, la processione attraversa via Fontanella. La statua resta esposta alla venerazione dei fedeli per una o due settimane, poi una Messa solenne celebra la chiusura dei riti e la statua viene collocata sull'altare, la lastra che la protegge viene chiusa in attesa delle nuove celebrazioni.

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