SEMINARIO, CATTEDRALE E EPISCOPIO DI CERRETO SANNITA

Riaperta al culto il 32 maggio del 1987, dopo una lunga serie di lavori, la Cattedrale di Cerreto costituisce la parte centrale di un notevole gruppo di edifici, che comprendono l'Episcopio e il Seminario, tutti allineati lungo Corso Umberto, la via centrale del centro abitato. Fu Monsignor De Bellis, nel 1690, dopo il terribile terremoto del 1688, a far iniziare la costruzione dei tre edifici, stabilendone l'attuale collocazione, dettata dai criteri relativi alle costruzioni religiose stabiliti dal Concilio di Trento. Nella vecchia Cerreto, distrutta dal terremoto, i tre edifici erano separati. La particolare celerità chiesta dal De Bellis per la costruzione fu dettata dalla necessità di riunire emotivamente i superstiti del terribile terremoto, che aveva imposto uno spostamento dell'abitato in luoghi più sicuri e pianeggianti. Monsignor Biagio Gambaro consacrò la chiesa nel 1698 nel giorno della festa della SS. Trinità, la domenica successiva alla Pentecoste. E' probabile che il progetto fosse stato affidato al napoletano Bartolomeo Tritta, che aveva già curato il progetto della chiesa di Santa Maria Assunta o Monte dei Morti, ma, come scrive Renato Piscitelli, storico di Cerreto, in "La chiesa Cattedrale, il Seminario e l'Episcopio in Cerreto Sannita": "le scarsissime notizie biografiche del Tritta non ci consentono di sapere se negli anni immediatamente successivi al 1688 egli fosse in grado di progettare la cattedrale, l'episodio e parte del seminario, o solamente uno dei tre edifici". Inizialmente la cattedrale corrispose solo all'attuale navata sinistra, confinante con l'episcopio. Nel 1698 c'erano nella chiesa l'altare maggiore consacrato alla SS. Trinità e quello dedicato a San Domenico Sorano. Nello stesso anno monsignor Biagio Gambaro consacrò la chiesa nel giorno della festa della SS.Trinità. Monsignor Baccari, successore di Gambaro, si occupò del completamento della chiesa con le sovvenzioni della Santa Sede e di papa Benedetto XIII. Nel 1727 furono completate le due navate della chiesa che però crollarono per danni strutturali. Le funzioni della cattedrale furono trasferite nella collegiata di San Martino e i lavori di ristrutturazione, tra il 1730 e il 1735, restituirono ai cerretesi la chiesa con le tre navate completate, con il presbiterio, la sacrestia ed il sacrario. Negli anni seguenti la chiesa fu decorata internamente e furono commissionati i due campanili ai lati dell'edificio. I lavori della facciata furono eseguiti dal maestro scalpellino Antonio di Lella, su disegni del citato Bartolomeo Tritta. Nel 1734 furono terminati la facciata, con il finestrone incorniciato da due lesene, ed il frontone su cui attualmente si trova l'orologio. Monsignor Baccari arricchì, in seguito, l'arredo della chiesa per cui furono utilizzati marmi di Napoli. Il successore di Baccari, monsignor Antonio Falangola consacrò la chiesa il 18 settembre 1740, fece scolpire la lapide sepolcrale dei vescovi, ornò i due altari della crociera con due tele raffiguranti la gloria di San Francesco di Sales e la gloria di Sant'Antonino Abate, patrono di Sorrento, cittadina di cui il vescovo era originario. Nel dettagliatissimo saggio di Piscitelli è riportata una relazione del canonico Andrea Barbieri, in cui si legge: "…domenica terza di detto mese, essendosi ridotta alla perfezione la Chiesa Cattedrale in questa città di Cerreto sotto il titolo della SS. Trinità principiata da mons. Gambaro di b.m., finita in tutto della fabrica dalla S.M. di Mons. Francesco Baccari, et ornata, e finita dall'Ill. Mons. Antonino Falangola è stata consegrata et tutti li cinque Altari, cioè Altare maggiore li due della Crocina e li due delli Cappelloni, in tutti li quali vi sono poste le sacre reliquie de SS. Donato, Vitale, Iustino. Il suo anniversario destinato la terza domenica di settembre." Il 18 settembre il SS. Sacramento fu riportato nella nuova chiesa cattedrale. Nel novembre dello stesso anno furono traslati i resti di vescovi telesini. Nel 1747 diventò vescovo della diocesi Filippo Gentile che promosse i lavori di consolidamento dell'edificio, comprò l'organo e commissionò la tela "l'incoronazione della Vergine da parte di Cristo" al pittore Michele Foschini di Guardia Sanframondi. Nel 1769 la chiesa fu arricchita con quattordici piccole tele della Via Crucis. Il successore di monsignor Gentile, Filiberto Pascale, costruì i due altari della navata sinistra e probabilmente commissionò anche la tela di San Michele Arcangelo, di cui era devoto, e due grandi tempere sulle pareti del presbiterio raffiguranti "Gesù tentato nel deserto" e "Gesù consolato dopo la tentazione". Nel 1805 un forte sisma danneggiò Cerreto e la sua cattedrale, ma i lavori di restauro terminarono nel 1810. In quegli anni il seminario e parte della cattedrale erano stati danneggiati anche dall'occupazione delle truppe francesi e la diocesi telesina era stata affidata al vescovo di Caserta. Nel 1818 fu nominato vescovo della diocesi monsignor Raffaele Longobardi che realizzò l'unione della Chiesa Alifana con quella Telesina. Il successore di Longobardi, monsignor Carlo Puoti fece costruire la torre campanaria occidentale, per renderla identica all'altra, ma le mattonelle, gli embrici maiolicati in giallo-verde delle due cupole, hanno comunque tinte diverse. Con monsignor Luigi Sodo, cui sono dedicate la piazza di fronte alla cattedrale e il liceo classico locale, le chiese Alifana e Cerretese furono di nuovo separate. Da una sua relazione sulla chiesa si deduce che ospitava l'altare maggiore e la cappella del SS. Sacramento, l'altare di S. Antonino Abate e di San Francesco di Sales nel transetto. Nella navata sinistra si trovano l'altare di Santa Maria della Pietà, detto anche della beata Vergine del dolore, dove sono custodite anche le reliquie di San Giusto e Santa Clementina, l'altare di San Michele Arcangelo, con reliquie di San Celestino e Santa Benedetta, l'altare di San Giovannino o della Sacra Famiglia, l'altare di San Filippo, l'altare di San Vincenzo Ferreri con reliquie di San Vittorio e di Santa Chiara. Nel 1904 Monsignor Iannacchino rifece il pavimento della cattedrale, che in seguito fu sostituito. Da allora sono stati fatti piccoli interventi di arricchimento delle decorazioni dell'edificio. Il Seminario, fondato nella Cerreto distrutta dal terremoto del 1688 da Monsignor Cesare Bellocchi nel 1593, fu, in seguito, trasferito nell'edificio che fa da ala sinistra alla Cattedrale. La funzione del seminario era determinante per la diocesi telesina, che aveva eletto Cerreto sua sede. L'educazione di nuovi seminaristi dipendeva naturalmente dall'economia della Chiesa: nel 1711, ad esempio, il seminario fu chiuso per problemi economici, mentre nel 1724 ospitava venti seminaristi insieme al sacerdote che dava loro lezioni di grammatica e canto gregoriano. Altri sacerdoti impartivano lezioni di sacra scrittura e di diritto canonico. In seguito l'edificio fu arricchito, modificato nella distribuzione delle camerate, adattato alle diverse esigenze degli alunni che lo frequentavano. Attraverso lasciti e donazioni, l'edificio fu arricchito di un giardino, di cui una parte era coltivata a vigneto e a frutteto e un'altra porzione ad orto. Come scrive il Piscitelli, attraverso le diverse descrizioni lasciate dai vescovi telesini, si rileva che "il Sacro Seminario Telesino sostanzialmente è rimasto integro nella sua struttura sia interna sia esterna, contrariamente ad altri edifici sacri della stessa Cerreto". Alla fine del 1700 il Seminario fu ampliato per ospitare il numero crescente di allievi. Il terremoto del 1805 causò una temporanea chiusura dell'istituto, che fu riaperto nel 1807. All'arrivo di Monsignor Luigi Sodo il seminario aveva a piano terra i locali della cucina, il refettorio, la dispensa, il forno, la cantina ed il deposito per il grano. Al piano superiore c'erano cinque camerate per i Seminaristi, quattro stanze per il Rettore ed il vicerettore, cinque aule e la cappella. Al terzo piano c'erano altre due stanze per i maestri. Nel 1861 il seminario fu scelto come residenza delle truppe del Regno D'Italia. Luigi Sodo, nel 1864 si impegnò per riportarlo alla sua originaria funzione e riaprirlo agli studenti del ginnasio locale. La grande novità nella organizzazione dei corsi del seminario fu determinata dall'arrivo, nel 1904, dei Padri della Missione, espulsi dalla Francia, i quali continuarono a tenere, fino al 1922, il corso teologico che in altri seminari era stato soppresso. In seguito, secondo i criteri dettati da papa Pio XI, il seminario ospitò sia i chierici che i laici, la cui educazione poteva continuare nel liceo - ginnasio vescovile "Luigi Sodo", istituito nel 1938, con una sezione femminile staccata presso le suore del Perpetuo soccorso. Il numero crescente di iscritti determinò nuovi ampliamenti, inglobando anche un palazzo baronale avuto in lascito. Da allora i nuovi piccoli interventi strutturali o di restauro non ne hanno modificato sostanzialmente la struttura. L'Episcopio è stato completato con ritmi leggermente ritardati rispetto a quelli degli altri due edifici del 'blocco' considerato. Le fasi della sua sistemazione e dell'annesso cortile si ricavano dalle accurate relazioni dei vescovi telesini, da cui si deduce, ad esempio, che la facciata dell'edificio acquistò nel 1707 la sua attuale fisionomia. In seguito, fu recintato il giardino dell'edificio. Nel 1805 il terremoto danneggiò l'Episcopio. Fu fatto restaurare da Monsignor Longobardi e arricchito negli arredi dai successivi vescovi, che hanno cercato di rendere accogliente questo luogo per i fedeli, che quotidianamente vi si recano per cercare conforto e sostegno presso la loro guida spirituale.

Per visite alla cattedrale : su accordo telefonico, Curia Vescovile di Cerreto tel. 0824/861563.

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