Un lavoro innovativo per costruire un nuovo sistema territoriale basato su regole condivise
Tantissimi gli studenti che hanno partecipato all’incontro ospitato a Palazzo del Genio
Presentati i risultati del progetto ‘Filocolture’ – realizzato dal GAL Titerno nell’ambito del PSR Campania 2007-2013, Asse 4, Approccio LEADER, Misura 41, Sottomisura 411 – per lo sviluppo delle filiere agroalimentari di eccellenza del territorio del Titerno e della Valle Telesina. L’incontro si è svolto in una gremita sala del Palazzo del Genio di Cerreto Sannita. Tra i partecipanti una folta platea di studenti, con rappresentanze dell’Istituto ‘Carafa-Giustiniani’ di Cerreto Sannita, dell’Istituto Agrario di Guardia Sanframondi e dell’Istituto Alberghiero di Castelvenere. Alle ragazze dell’Istituto per il Turismo di Faicchio è invece toccato curare il servizio di accoglienza. I risultati dell’importante percorso progettuale-pilota, che ha interessato il comparto dell’olio, sono stati raccolti in una interessante pubblicazione che è stata distribuita ai partecipanti. Una pubblicazione che intende rappresentare – come è stato sottolineato da diversi relatori che hanno preso parte all’incontro – un punto di svolta nell’ambito della governance territoriale, strumento di studio particolarmente efficiente al fine di programmare valide azioni per l’incremento della competitività delle aziende presenti sul territorio dei quindici Comuni che rientrano nei confini del GAL Titerno.
Ad aprire l’incontro, moderato dal giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, il sindaco di Cerreto Sannita, Pasquale Santagata, il quale ha sottolineato come la cittadina titernina, terra di arte e agricoltura, rappresenti uno scenario ideale per l’allestimento di azioni progettuali che si prefiggono l’obiettivo della “riscossa di un territorio”, ricordando in merito anche gli eventi che l’amministrazione comunale dedica all’olio extravergine di oliva, in programma nel prossimo mese di novembre. A seguire i saluti del presidente del GAL Titerno, Antonio Ciabrelli, che ha voluto soprattutto rimarcare l’approccio seguito dal percorso progettuale di ‘Filocolture’, il cui vero obiettivo è stato – e sarà – quello di “confezionare un ricco paniere di eccellenze agroalimentari del territorio del Titerno e della Valle Telesina, la cui bontà dove essere sempre più certificata da un valido supporto di studi tecnico-scientifici”. Lo spazio dei saluti è stato concluso dall’intervento del direttore di Coldiretti – Benevento, Francesco Sossi, che ha invece parlato dell’efficienza del lavoro compiuto, capace di intuire quelle che sono le reali esigenze del territorio.
Il primo intervento è stato quello dell’amministratore delegato del GAL Titerno e responsabile del progetto, Elio Mendillo, che ha inteso attirare l’attenzione sull’importanza del progetto, rafforzata in questo specifico momento in cui si discute di riforma delle Province. “Viviamo una fase – ha spiegato – in cui sta mutando notevolmente la capacità di rappresentanza e di rappresentazione degli interessi di un territorio. Una fase in cui proprio i GAL, istituiti come sperimentazione negli anni Ottanta del secolo scorso, possono rappresentare l’entità territoriale che meglio esprime capacità di governance”. Rivolgendosi poi ai tanti studenti presenti in sala ha voluto rimarcare che ‘Filocolture’, per la sua capacità di guardare al futuro, è strumento importante soprattutto per i “futuri produttori”. Mendillo ha poi illustrato i punti salienti di una programmazione “capace di interpretare pienamente l’alta qualità progettuale e l’interdisciplinarietà richieste a livello di governo europeo. Un percorso innovativo per un territorio che con i suoi 40.000 abitanti, plasmati nei quindici Comuni che rientrano nel GAL, rappresenta una dimensione spendibile in termini di progettualità”.
All’intervento di Mendillo hanno fatto seguito quelli dei ricercatori-studiosi impegnati nella progettazione. In apertura Giuseppe Marotta (direttore del Dipartimento DEMM dell’Università del Sannio) il quale, dopo aver parlato dei tanti aspetti legati al processo che ha visto trasformare il “consumatore” in “cittadino”, si è soffermato sulla necessità di “avvicinare questi consumatori-cittadini al territorio e non solo i prodotti al mercato”, riuscendo così a disegnare nuovi scenari di economia responsabile. Della ricerca sul campo si è poi interessato Antonio Leone (Senior researcher del Centro Nazionale delle Ricerche – ISAFoM) che, illustrando i risultati ottenuti, ha parlato di ‘Filocolture’ come di un progetto altamente efficiente per la qualificazione del territorio, “obbiettivo che si centra – ha sintetizzato – solo se si conosce il territorio dal punto di vista conservativo, oltre che produttivo”. E’ stato poi il momento di Giancarlo Pepe (Esperto di tecnologie agroalimentari) che si è invece soffermato maggiormente sugli strumenti messi a disposizione dal progetto al fine di fronteggiare alcune criticità che presenta la filiera olio nel territorio del Titerno e della Valle Telesina, sia in merito alla valorizzazione delle varietà coltivate sia per quel che concerne gli aspetti qualitativi da preservare nell’ambito delle diverse fasi di coltivazione e trasformazione delle olive. Infine l’intervento di Gianluca Nardone (Docente dell’Università di Foggia), mirato a focalizzare l’attenzione sulla capacità di questo progetto “di saper coniugare il momento dello studio e dell’analisi con quello della sperimentazione, traducendosi in ipotesi di interventi concretamente funzionali al fine di creare margine di utilità per gli operatori della filiera”.
La parte conclusiva dell’incontro ha visto l’intervento di Nunzio Scaramozzino (Unione Nazionale tra le Associazioni di PRoduttori di OLive) il quale ha sottolineato l’importanza dei processi associativi nell’ambito della filiera considerato i limiti strutturali del comparto, caratterizzato da aziende di ridotta dimensione la ridotta dimensione. Da qui la necessità di aggregazione e condivisioni. Ha poi parlato delle opportunità innescate da processi di certificazione volontaria e dell’affermazione sempre crescente per le produzioni biologiche. Infine ha evidenziato che se è vero che sul mercato nazionale si scontano livelli di prezzi non sempre remunerativi è altrettanto vero che sul versante estero si stanno riscontrando segnali interessanti, sia per quel che concerne l’apertura di nuovi sbocchi di mercato sia per quanto riguarda le remunerazioni. A chiudere è stato Gaetano Pascale (Presidente Slow Food Italia) per il quale l’obiettivo prioritario da perseguire sul campo dovrà essere quello di mettere a disposizione dei produttori strumenti sempre più efficienti, considerato che gli agricoltori del comparto sono prima di tutti penalizzati dalla mancanza di una cultura dell’olio extravergine di oliva, “troppo spesso percepito come un prodotto indifferenziato”. Un aspetto critico che si acuisce nell’area titernina, caratterizzata da una platea produttiva composta essenzialmente da aziende di piccole dimensioni. Da qui la necessità di azioni di formazione rivolte agli operatori del comparto, che sono chiamati non solo a produrre olio, ma anche ad essere confezionatori e venditori.
Aspetti che coincidono con quelli da cui ha preso spunto l’importante progetto messo in campo dal GAL Titerno, il cui obiettivo è stato proprio studiare i punti di forza e le criticità della filiera, avvalendosi di contributi altamente scientifici.