La chiesa era citata già all’epoca di mons. Savino nel 1589 ed era costituita da cinque altari mentre nel 1685 risultava essere arricchita di alcune cappelle laterali.
Il terremoto del 5 giugno 1688 distrusse l’edificio che venne subito ricostruito per poi essere rimaneggiata nella metà del XVIII secolo quando venne costruito il convento con una spesa di oltre 4.000 ducati ricavati dalle elemosine e dalle offerte.
Durante la seconda guerra mondiale ha subito alcuni danni subito riparati.
L’interno della chiesa è tipicamente barocco, con affreschi settecenteschi incorniciati da stucchi dorati.
Il soffitto a cassettoni ripete i colori e i motivi delle pareti.
La via crucis è in ceramica di Cerreto Sannita come alcuni frammenti antichi inseriti nel pavimento della sacrestia. Da quest’ultima si accede alla parte più antica del complesso costituita dalle cappelle di Santa Barbara, Santa Caterina, Sant’Apollonia e Santa Marta.
Sono da vedere il chiostro ed il cenacolo, nonché tutta la struttura del convento.
Il convento ha anche ospitato, negli anni passati,una casa di recupero per tossicodipendenti.
Vi è una preziosa biblioteca contenente migliaia di volumi.