La Chiesa di San Sebastiano Martire è sorta, per iniziativa dei conciatori di pelli, su una primitiva Cappella risalente al 1515.
Alcuni elementi della struttura, ancora oggi visibili all’interno e all’esterno, sono da riferirsi a tale epoca.
Oggi però la Chiesa, risalente al primo ventennio del XVIII secolo, ad una sola navata, si presenta austera nei suoi lineamenti e nel profilo architettonico, a questo si contrappone la ricchezza di opere d’arte in essa presenti.
All’ingresso si nota il portale di pietra arenaria che, nonostante i fattori atmosferici corrosivi, conserva intatta la sua eleganza tutta cinquecentesca.
L’interno, ad una sola navata, è diviso in otto archi, quattro per ciascun lato. In quattro ci sono altrettanti altari, di cui due della stessa epoca e due databili posteriormente.
L’altare maggiore realizzato con marmi rari e pregiati si arricchisce di putti e di elegantissime tarsie: da solo è un’opera monumentale.
Le strutture murarie e decorative sono di Domenico Antonio Vaccaro, il più prestigioso artista napoletano del Settecento, chiamato a Guardia S. dal ceto dei conciatori di pelli per prestare la sua opera come scultore e come stuccatore scenografo tra la prima e la seconda decade del secolo XVIII.
I dipinti della volta, tutta affrescata, e le tele sono invece di Paolo De Matteis, discepolo di Luca Giordano, chiamato a Guardia appena rientrato da Parigi dove era stato impegnato in alcuni dipinti della reggia di Versailles.
Nel riquadro centrale della volta è raffigurata la Gloria dell’Assunta. Nei riquadri sottostanti I quattro Evangelisti, mentre Angeli osannanti e recanti serti di fiori sono disposti nei tondi terminali. Otto VirtùMorali (da sinistra: Vigilanza, Mansuetudine, Preghiera, Prudenza, Religione, Semplicità, Povertà) sono rappresentate con lo stesso geniale impegno nelle lunette che sovrastano il cornicione. Altre importanti tele del De Matteis sono San Girolamo, Sant’Agnese, la Sacra Famiglia e La Pietà. Ai lati dell’abside si trovano altre due tele raffiguranti il S. Sebastiano curato da Irene e il Martirio. In alto c’è l’affresco della piccola volta, l’Estasi del Santo Martire che praticamente chiude tutto il discorso figurativo del De Matteis.
Sull’Altare Maggiore della Chiesa è la Pala col Martirio di San Sebastiano, protettore dei conciatori, trafitto dalle frecce dei suoi stessi compagni pagani. Il Santo è legato alle colonne di un portico, intorno a lui i soldati, armati di archi e lance, della sua corte; su di un lato, sotto un baldacchino, l’Imperatore circondato dai suoi consiglieri Gli Angeli portano le palme del martirio e la corona del Santo “difensore della Chiesa”. In alto è l’angelo Annunciante con la Vergine e lo Spirito Santo.
È un’opera tipicamente tardo-manieristica. Il dipinto è racchiuso in una complicata macchina intagliata e dorata. In alto, nell’ovale retto da due Angeli, è la Trinità.
Solo in epoca successiva (1729) Domenico Antonio Vaccaro realizzò il drappo in stucco sorretto da Angeli.
Le celebri tele e gli splendidi affreschi di questa Chiesa la renderanno ancora per i secoli futuri, uno dei monumenti più insigni di tutto il Sannio.